In riferimento all’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera, che
attribuisce ai terreni agricoli parte della responsabilità per i frequenti allagamenti nella Città
metropolitana di Milano, Cia Centro Lombardia esprime una netta e ferma smentita.
Cia Centro Lombardia si dichiara stupita e incredula di fronte a tesi esposte con così
estrema leggerezza, con dati del tutto arbitrari, circa l’effettiva situazione
dell’assorbimento dell’acqua nel terreno.

Sostenere che l’agricoltura sia colpevole in qualche modo degli allagamenti ci stupisce e ci
lascia increduli in quanto è proprio l’attività agricola ad essere presidio e baluardo
fondamentale per la protezione dei terreni. I campi coltivati, i prati stabili, le siepi e le
alberature contribuiscono alla permeabilità del suolo, rallentano l’inaridimento, abbassano
le temperature e migliorano la qualità dell’aria. Inoltre, l’uso dell’acqua in agricoltura è
regolamentato da turni precisi: nessun agricoltore irriga quanto e quando vuole.
La verità è che l’unica vera emergenza è la cementificazione selvaggia che da anni
avanza senza freni, divorando suolo fertile e rendendo il territorio sempre più
fragile.
I dati ISPRA parlano chiaro: nel 2023 sono stati consumati in Italia 77 km² di suolo in un
solo anno, pari a 22 ettari al giorno. Nel 2023 la Lombardia ha raggiunto 2 910 km² di
suolo cementificato, pari al 12,2 % del territorio regionale, il valore più elevato in
Italia. Solo nell’ultimo anno il consumo netto è aumentato di 7,3 km² (730 ha), causando
perdita di 900 ha in aree a pericolosità idraulica e 530 ha in zone soggette a frane.
La provincia di Monza e Brianza registra una percentuale di suolo artificiale dal 41%
al 90%, la più alta d’Italia, mentre Milano è al 32–34 %. Negli ultimi 5 anni (2019‑2023) il
fenomeno ha continuato ad accelerare, nonostante la legge regionale 31/2014, con suolo
consumato annualmente nella regione tra i 700–900 ha, con punte oltre i 1 000 ha nel
2023
In sintesi, la cementificazione in Lombardia, e in particolare a Milano e Brianza, ha
provocato una marcata erosione del suolo, aggravamento delle isole di calore, aumento
del rischio idrogeologico e perdita economica ed ecologica nell’ultimo quinquennio. Le
superfici impermeabilizzate – cioè coperte da asfalto, cemento o edifici –
impediscono al terreno di assorbire l’acqua piovana. Questo fenomeno ha fatto
perdere, solo nel periodo 2012‑2021, una capacità di ritenzione idrica pari a 270 milioni di
tonnellate d’acqua in Italia.
Nelle aree agricole queste criticità si manifestano quando l’agricoltura viene
espulsa dai territori, come sta accadendo in Brianza, dove i campi stanno lasciando
spazio a costruzioni, capannoni dismessi, nuove strade e centri commerciali che chiudono
dopo pochi anni.
«È da tempo che denunciamo pubblicamente il legame diretto tra la cementificazione delle
aree agricole e i dissesti idrogeologici a Milano e nei territori limitrofi – dichiara Paola
Santeramo, Direttore di Cia Centro Lombardia –. Ogni ettaro di terra che viene sigillato
rappresenta un passo verso l’aggravarsi degli eventi estremi. Non si può pensare di
contrastare alluvioni e inondazioni senza affrontare la causa principale:
l’impermeabilizzazione del suolo dovuta all’edificazione incontrollata».
Accanto all’agricoltura, anche boschi, parchi urbani e aree verdi pubbliche non
ricevono oggi una gestione adeguata. L’abbandono del verde, la mancanza di potature
e manutenzione, e l’insufficiente piantumazione di nuove essenze aggravano l’effetto
“isola di calore” che colpisce le città, alimentando l’aumento delle temperature e
rendendo meno efficaci le funzioni naturali di raffreddamento e assorbimento delle
precipitazioni. Serve una visione d’insieme che metta al centro il paesaggio, il suolo vivo
e la cura degli spazi naturali.”
“È paradossale che, proprio mentre si parla di adattamento ai cambiamenti climatici,
si continui a costruire su aree agricole, alimentando il degrado del paesaggio e
aumentando la vulnerabilità delle città. Le piogge torrenziali trovano asfalto e cemento,
non terreno capace di assorbirle.” – conclude il Direttore di Cia Centro Lombardia – “Cia
Centro Lombardia chiede pertanto alle istituzioni di fermare la cementificazione,
riconoscere il valore ambientale dell’agricoltura periurbana e adottare misure
strutturali per proteggere il suolo, che è risorsa finita e bene comune. Non si può più
rimandare.”