Leggendo MiEsotica, il blog dei seMIgranti, avrete sicuramente trovato questo strano nome: ampalaya.
Siamo giunti quasi alla fine di questa terza annualità di Nutrire la città che cambia. Gli ortaggi esotici sono stati raccolti e alcune aziende sono riuscite a venderli direttamente ai consumatori nei loro punti vendita. I ragazzi di Cascina Fraschina hanno venduto ampalaya, okra, daikon e foglie di camote nel loro spaccio di Abbiategrasso (Mi) e quest’estate con un banchetto proprio sulla strada davanti al loro negozio sono riusciti a pubblicizzare bene queste nuove colture.
Circa un mese dopo la laurea, in un pomeriggio che era iniziato come uno tra i numerosi di riunione con i ragazzi di Dévelo (Laboratorio di cooperazione internazionale presso la Facoltà di Agraria dell’Università Statale di Milano), mi hanno proposto, improvvisamente, di entrare a far parte di un progetto per la coltivazione di ortaggi esotici.
alimentazione e agricoltura sono parte del mondo, che cambia. Tradizione e innovazione da sempre viaggiano paralleli, migrano e si contaminano, come le persone, e le piante di cui si nutrono o che usano per riscaldarsi, vestirsi, costruire, abbellirsi e plasmare il paesaggio.