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Con la legge sull’Agricoltura Sociale il nostro Paese si pone un passo avanti rispetto ad altre realtà, anche se si attende il decreto attuativo, Cinzia Pagni Vice Presidente Vicario della Cia: “Mi piace guardare oltre il decreto e soffermarmi sull’approdo finale, verso un welfare di comunità. E’ giusto fare una normativa condivisa, ben fatta e utile. La fretta in genere è cattiva consigliera ma ora credo che i tempi siano maturi.”
Montichiari (Brescia) 26 marzo 2017 – Con oltre 2000 progetti attivi su tutto il territorio nazionale, l’Agricoltura Sociale sta conquistando uno spazio importante nel settore e nel gradimento dell’opinione pubblica. L’Italia conta circa 400 cooperative agricole sociali impegnate lungo tutta la filiera del settore agricolo, dalla coltivazione, all’industria alimentare, al commercio, con più di 4.000 lavoratori dipendenti su tutto il territorio nazionale, e un valore della produzione di 200 milioni di euro. Le fattorie sociali straordinario esempio di multifunzionalità. E’ questa la premessa con cui il Vice presidente Vicario della Cia-Agricoltori Italiani nonché componente del “Forum nazionale per l’Agricoltura sociale”, Cinzia Pagni inizia il suo intervento al workshop promosso dall’editrice “L’Informatore Agrario” all’interno della tre giorni di “La vita in campagna” in svolgimento a Montichiari nella Fiera del Garda. Dove si sono dati appuntamento migliaia di appassionati con l’hobby per l’agricoltura.
Il fare agricoltura, essere parte protagonista di un processo produttivo rappresenta un traino forte di grande appeal. Addirittura, ha sottolineato la Pagni, l’Agricoltura Sociale arriva spesso lì dove il welfare istituzionale non riesce ad essere efficace ed efficiente. E’ vero che l’Italia, su questa specifica attività agricola, è un passo avanti rispetto ad analoghe realtà europee. Siamo un modello che può fare scuola nel mondo, tanto che disponiamo di una legge nazionale, anche se ancora non è stato varato il decreto attuativo collegato.
In realtà, è trascorso oltre un anno dal varo della Legge ,specifica il vice presidente della Cia, però la cosa importante è che il decreto sia ben fatto, condiviso e soprattutto utile. La fretta non è buona consigliera su decisioni pertinenti questioni normative deve portare frutti. Ora, ha concluso Cinzia Pagni i tempi ci sembrano maturi. Così i nostri agricoltori potranno avere un’ulteriore strumento per migliorare le loro attività, e al tempo stesso, il definire il quadro delle regole sarà incentivante per chi vorrà entrare nel settore, e dare il proprio contributo all’Agricoltura Sociale.
Ortofrutta e zootecnia al Sud messi a dura prova dal perdurare di una situazione climatica da “bollino rosso’’. La Confederazione registra perdite ingenti sulle coltivazioni e guasti a tubature e mezzi strumentali in molte aziende agricole. A questo si aggiunge la crescita della bolletta energetica per il riscaldamento delle serre e la mancata commercializzazione. Nelle zone terremotate imprenditori al collasso e animali ancora senza ripari provvisori.
Roma, 16 gen – L’ondata eccezionale di maltempo che sta caratterizzando questo inizio d’anno, in particolare al Sud del Paese, potrebbe costare al sistema agricolo nazionale ben oltre il miliardo di euro. La breve tregua al freddo non ha portato alcun sollievo e in queste ore nei campi si torna largamente a temperature sotto lo zero. Agricoltura “di pieno campo” dimezzata se non azzerata in molte zone del meridione, migliaia di capi di bestiame ammalati o deceduti a causa del gelo e ancora tante difficoltà nei trasporti. Anche nelle serre dove le strutture stanno reggendo e non sono crollate sotto il peso della neve si produce ma a costi energetici molto alti. Questa la fotografia scattata dalla Cia-Agricoltori Italiani che sta monitorando, attraverso le proprie strutture territoriali, l’evolversi della situazione nei campi.
Nei territori già devastati dal sisma la situazione è allo stremo. Si registrano vendite/svendite “last minute” di bestiame per evitare che si perda l’intero investimento affrontato dall’azienda. Uno scenario desolante fa notare la Cia con pochi ripari provvisori messi a disposizione di chi ha perso la stalla. Ora a preoccupare, oltre all’emergenza di questa fase, è come le piante da frutta reagiranno ai picchi di freddo. C’è il rischio concreto di “un’onda lunga” che inciderà pesantemente sulle produzioni primaverili.
Per questo si chiede alle Istituzioni di intervenire con rapidità ed efficienza per evitare il “default” nei campi. Trovando strumenti commisurati all’entità dei danni che si stanno sommando. La Cia della Puglia, una delle regioni più colpite dal maltempo, ha suggerito per lo stanziamento di risorse straordinarie una deroga all’articolo 5 del decreto legislativo 102/2004 (Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali) sugli eventi assicurabili. Tanto più che le perdite su ulivo, vite e agrumi vanno calcolate tenendo conto che si ripercuoteranno per i prossimi quattro anni.
La Cia ricorda che solo nel quinquennio 2007/2012, tra gelate e siccità, l’agricoltura subì un danno di oltre 6 miliardi di euro, che venne indennizzata solo in minima parte dai fondi di solidarietà nazionale.