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Monthly Archives: Maggio 2020

Dl Rilancio: Florovivaisti Italiani, zero certezze per settore. A rischio quote di mercato in Ue

venerdì, 22 Maggio 2020 12:32

L’associazione scrive alla ministra Teresa Bellanova e cita il caso dell’Olanda


Roma, 22 mag – Il nuovo decreto rilancio è in Gazzetta Ufficiale, ma per il settore florovivaistico, nonostante la riapertura anticipata e l’attenzione dei media, ancora non si intravede alcuna certezza. Il comparto è allo stremo e rischia di perdere importanti quote di mercato in Europa. Così l’Associazione Florovivaisti Italiani che torna a fare appello, con una lettera, alla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, perché attinga in modo significativo agli aiuti di Stato per salvare il settore a livello nazionale ed europeo, così come sta facendo l’Olanda.


L’Olanda riporta, infatti, la missiva inviata ha affrontato la crisi Covid-19 con tempestività e risorse pari a 600 milioni, misure improntate a mantenere una leadership di mercato, intervenendo sul mancato fatturato delle imprese. Considera il comparto strategico per la propria economia e sfrutta, appieno, le possibilità offerte dagli aiuti di Stato per imporsi ulteriormente sul mercato europeo.


In Italia, il florovivaismo, pur sostenuto da tante battaglie per la ripresa delle attività, esce dal lockdown estremamente colpito. Si contano perdite fino al 100% per un settore che, con 2.5 miliardi di fatturato, rappresenta il 5% della produzione agricola nazionale.


“Non possiamo ignorare quanto sta facendo l’Olanda dichiara Aldo Alberto, presidente di Florovivaisti Italiani. Se l’Italia non tiene conto dei rapporti con gli altri Paesi europei, rischia di perdere sia il suo mercato, che la posizione a livello Ue e forse in modo irreversibile”.


Infine, in vista della riunione del prossimo 28 maggio, il presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto, chiede alla ministra Teresa Bellanova, di stringere sull’ammontare delle risorse e sugli strumenti operativi urgenti.


“Non abbiamo più tempo per lungaggini e disquisizioni chiude nella lettera servono risposte immediate”.

Dl Rilancio: Donne in Campo-Cia, riaprire le porte delle fattorie didattiche

venerdì, 22 Maggio 2020 12:28

In Italia quasi 3 mila strutture. I loro centri estivi, garanzia per le famiglie italiane durante la fase 2


Roma, 22 mag – Impastare formaggi e camminare in aperta campagna, sporcarsi le mani di terra e raccoglierne i frutti, dare da mangiare ai conigli e fare esperienza della vita in fattoria. Sono queste solo alcune delle attività, educative e didattiche, offerte dalle fattorie didattiche italiane che con l’arrivo dell’estate, ospitano, da sempre, migliaia di bambini e ragazzi, dando un supporto concreto a tante famiglie. A ricordarlo è Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, in vista della riapertura dei centri estivi fissata per il 15 giugno.


Su tutto il territorio nazionale, spiega Donne in Campo, ci sono 3 mila strutture già pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze di tanti genitori che per l’emergenza Coronavirus, devono far fronte alla chiusura delle scuole come, per via dello smartworking, a nuove esigenze organizzative della vita familiare.


“Si faccia presto, dunque, sottolinea la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi, creando le condizioni per la riapertura delle fattorie didattiche, perché possano attivare i centri estivi per bambini e ragazzi, almeno nelle regioni in cui lo stato epidemiologico, lo consenta”.


“Il nostro appello, dà voce alle tante richieste che riceviamo anche dai più piccoli spiega Terenzi per i quali il centro estivo, in fattoria didattica, è un appuntamento immancabile d’estate. Inoltre aggiunge Terenzi non sono pochi i genitori preoccupati per gli effetti del lockdown sui loro figli. Occorre recuperare uno stato di salute pieno che, come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tenga conto del benessere fisico, psichico e sociale”.


“Le fattorie didattiche del nostro Paese, precisa poi Terenzi, sono un’eccellenza dell’agricoltura al femminile e potrebbero agevolare da una parte, il rientro al lavoro di tante donne e dall’altra la tutela di molti nonni, tra i più esposti al contagio, che si prendono cura dei nipoti, soprattutto d’estate”.


“Positivo quanto previsto dal Dl Rilancio che dà la possibilità di utilizzare il bonus babysitting di 1.200 euro a famiglia, per i centri estivi commenta Dino Scanavino, presidente nazionale CiaAgricoltori Italiani-. Attenzione, ora, alla fase attuativa che deve, appunto, prevedere da parte del governo altrettanta attenzione al potenziale, già a disposizione, rappresentato dalle fattorie didattiche, già disponibili con i loro centri estivi. Ribadiamo poi conclude Scanavino la necessità di un protocollo di sicurezza che consenta, in modo chiaro e adeguato, la ripresa delle attività. Ancor più l’urgenza di semplificare e finalizzare al meglio gli aiuti economici alle imprese agricole e, quindi, anche alle fattorie didattiche”.

Ue: Cia, agricoltura pronta a sfide sostenibilità ma merita ruolo centrale

giovedì, 21 Maggio 2020 08:03

Emergenza Covid-19 dimostra strategicità settore. Servono strumenti e Pac congrua per non mettere a rischio competitività e approvvigionamenti alimentari     



Roma, 20 mag – L’agricoltura vuole essere protagonista e contribuire all’attuazione del Green New Deal, ma gli obiettivi ambiziosi e gli sforzi richiesti dall’Europa per giungere a una transizione verde, da qui al 2030, devono necessariamente essere accompagnati da alternative produttive innovative e da risorse adeguate al nuovo modello di sviluppo. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione della pubblicazione oggi, da parte della Commissione Ue, della Strategia “Farm to Fork” e della Strategia sulla Biodiversità.


            Entrambe le Strategie, e in generale tutte le misure che fanno parte del Green Deal, avranno ricadute economiche molto rilevanti sul settore primario. Per questo spiega Cia anche in vista della presentazione il 27 maggio del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Ue, deve essere chiaro che non possono esserci tagli al budget agricolo. Anche durante questa fase emergenziale, con la pandemia del Coronavirus, è stata dimostrata l’importanza di avere una Politica agricola comune a tutti gli Stati membri, in grado di garantire approvvigionamenti nel mercato interno e cibo sano e di qualità. La Pac, quindi, dovrà essere dotata di congrui finanziamenti, così come ci dovranno essere risorse appropriate per l’agricoltura anche nel Piano di rilancio dell’Europa.


L’emergenza vissuta in questi mesi ha dimostrato ancora una volta la centralità del sistema produttivo agricolo e la necessità di fare in modo che l’Ue possa continuare ad assicurare un adeguato livello produttivo e diminuire la dipendenza dall’import per rispondere alle esigenze di sicurezza alimentare di tutti i consumatori europei. Preoccupano i target che propone la Commissione, a partire dalla diminuzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030, anche perché non sono accompagnati da una valutazione d’impatto sul sistema produttivo. Per non mettere a rischio la competitività del settore che si è rivelato strategico, la transizione verso un’agricoltura più verde deve tener conto delle tempistiche dei processi produttivi, così come del progresso scientifico e tecnologico.


Bisogna, quindi, garantire agli agricoltori europei strumenti alternativi per continuare a produrre, per contrastare i cambiamenti climatici così come nuovi parassiti e malattie, e allo stesso tempo rimanere competitivi e mantenere un adeguato livello di produzione in tutta Europa.

Dl Rilancio: Anp-Cia, zero misure a sostegno dei pensionati al minimo

martedì, 19 Maggio 2020 13:07

Cresce disagio sociale tra anziani, ma esclusi anche dal reddito di emergenza. Uscite in sicurezza per evitare isolamento domiciliare     



Roma, 19 mag – Nel Dl Rilancio del Governo non è prevista alcuna azione concreta a favore dei pensionati con assegni al minimo. E’ l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che, pur apprezzando spirito e finalità del Decreto per la ripresa delle attività produttive e il sostegno economico alle famiglie in difficoltà e alla sanità sul territorio, lamenta le gravi carenze sul fronte degli aiuti agli anziani.


Nonostante con l’emergenza Coronavirus si siano moltiplicati fenomeni di disagio sociale e nuove povertà, soprattutto fra i pensionati al minimo (oltre 2 milioni di persone con assegni da circa 500 euro) spiega l’Anp il REM o reddito di emergenza esclude dal beneficio i titolari di pensione diretta o indiretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Anzi, questa nuova formulazione, con l’esclusione esplicita dei pensionati, anche di quelli al minimo, sembra persino peggiorare i criteri di accesso rispetto ai requisiti della pensione di cittadinanza che, fino ad aprile 2020, ha riguardato appena 127.984 nuclei familiari, con 145.245 persone coinvolte. E dalla quale la stragrande maggioranza dei pensionati ex-agricoltori, per il solo possesso del terreno di produzione e della casa di abitazione, ne è stata esclusa.


L’Anp-Cia chiede che l’azione del Governo abbia un carattere strategico e di più ampio respiro. Ovvero contrasto alla povertà e al disagio sociale, sostegno all’economia e al rilancio produttivo, progettazione di un ritorno graduale della vita sociale in sicurezza per tutte le fasce della popolazione, comprese le persone anziane.


In tal senso, l’Anp respinge l’idea di prevedere una prosecuzione dell’isolamento domiciliare degli anziani secondo un criterio anagrafico, non essendo solo l’età a definire la condizione di fragilità fisica. Occorre, invece, differenziare e creare tutte le condizioni di precauzione e di dotazione delle protezioni necessarie per difendersi dai possibili contagi. Tanto più ricorda l’Associazione pensionati di Cia che gli anziani continuano a svolgere una funzione di sostegno alla vita familiare, ancora più importante nell’ambito della ripresa delle attività produttive e con le scuole ancora chiuse.

Coronavirus: firmato accordo tra Cia e ENM per microcredito agricolo

mercoledì, 13 Maggio 2020 14:11

Obiettivo favorire la liquidità alle imprese e sostenere le famiglie più vulnerabili
Roma, 13 mag – Realizzare programmi di microcredito agricolo e favorire l’utilizzo di tutti gli strumenti propri del microcredito e della microfinanza, per sostenere la liquidità di imprese e famiglie soprattutto in questo momento di emergenza a causa del Coronavirus. È l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi a Roma, in una videoconferenza online, dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino e dal presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) Mario Baccini.
Il protocollo, che avrà durata di tre anni, vuole facilitare l’accesso al credito per cittadini e produttori, nonché supportare le esigenze finanziarie delle aziende agricole, ad esempio attraverso l’anticipazione dei fondi Ismea. “Siamo consapevoli di quanto la liquidità per le imprese sia essenziale, ora, per proseguire le attività hanno dichiarato i presidenti Scanavino e Baccini. L’accordo è un mezzo per sostenere le aziende in una fase di grande difficoltà, così come le famiglie più esposte”.
Tra gli obiettivi dell’intesa tra Cia e ENM, infatti, c’è anche l’inclusione sociale e finanziaria delle persone in condizione di particolare vulnerabilità, attraverso la promozione del microcredito sociale.
Quanto, invece, agli interventi dedicati al settore primario, le due organizzazioni si impegnano a promuovere e agevolare, in particolare, le attività di finanziamento alle microimprese agricole tramite lo strumento del microcredito rurale assistito dalla garanzia Ismea; le opportunità di finanziamento di giovani imprenditori tra i 18 e i 29 anni attraverso la messa a disposizione della Garanzia Giovani.
Secondo il protocollo d’intesa, Cia ed Ente Nazionale per il Microcredito potranno anche fare attività di analisi e ricerca e studi finalizzati a individuare nuove soluzioni e nuovi prodotti di supporto ai cittadini e alle imprese. In più, per promuovere l’educazione finanziaria e lo sviluppo della cultura imprenditoriale, realizzeranno insieme attività convegnistiche, focus group e attività seminariali; corsi di formazione; corsi di Master o corsi Executive in materia di microfinanza e finanza d’impatto; iniziative congiuntamente realizzate e sostegno della divulgazione dei propri principi e valori; presentazione di policy papers presso gli organismi istituzionali e non, ai diversi livelli di governance.

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