Milano, 28 maggio 2019 – Le imprese e il mondo della finanza chiedono al Governo di accelerare la transizione dell’Italia alla sostenibilità e di aprire un tavolo di lavoro su questo tema presso la Presidenza del Consiglio. Per la prima volta, le dieci associazioni imprenditoriali più rappresentative (Alleanza delle Cooperative Italiane, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Confartigianato Imprese, CNA, Confcommercio, Confindustria, Federazione Banche Assicurazioni e Finanza, Unioncamere e Utilitalia), tutte aderenti all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), indicano in un documento congiunto le linee di azione necessarie per accelerare il passo verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, firmata dai 193 Paesi dell’ONU nel settembre 2015.
Il documento, presentato durante la conferenza dell’ASviS “Le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile. Opportunità da cogliere e ostacoli da rimuovere”, svoltasi oggi a Milano nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile (21 maggio-6 giugno), indica gli interventi necessari per creare un contesto idoneo allo sviluppo sostenibile, per accelerare il decoupling tra crescita economica e pressione ambientale, per affrontare la dimensione sociale della transizione ecologica del sistema produttivo, per favorire lo sviluppo dei territori e la loro resilienza e per promuovere un modello economico orientato allo sviluppo sostenibile. Inoltre, le associazioni rinnovano gli impegni assunti con la sottoscrizione, nel 2017, del “Patto di Milano”2.
All’evento, organizzato presso l’Auditorium di Assolombarda, sono intervenuti molti dei protagonisti del mondo economico e figure emergenti dell’imprenditoria italiana. L’impegno delle aziende e della finanza è in linea con quanto auspicano gli italiani: secondo una recente indagine di Eumetra, infatti, il 72% delle persone ritiene che le imprese dovrebbero occuparsi seriamente di sostenibilità e il 67% ritiene giusto che le aziende, di qualsiasi dimensione, tengano conto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, anche se ciò dovesse significare un aumento dei prezzi dei prodotti o dei servizi. Tuttavia permane un bel po’ di scetticismo: infatti, il 48% degli italiani pensa che le imprese si occupino di sviluppo sostenibile perché hanno qualcosa da farsi perdonare, mentre il 38% ritiene che occuparsi di sostenibilità sia nell’interesse dell’impresa stessa.
Gli intervistati ritengono che un’impresa impegnata per lo sviluppo sostenibile dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: essere seria nell’affrontare questi temi (75%3), trattare bene i clienti (71%) e i dipendenti (73%), assicurare la qualità dei prodotti (73%), rispettare l’ambiente in tutte le attività (73%), essere attenta ai temi sociali (70%), al territorio in cui opera (73%) e all’uguaglianza di genere (66%).
“La sostenibilità è sempre più considerata un fattore strategico dalle imprese oltre a essere un importante elemento valoriale e reputazionale”, commenta Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, che con i suoi oltre 240 aderenti è la più grande rete italiana di organizzazioni della società civile. “Allo stesso tempo, il mondo della finanza guarda con sempre più attenzione a realtà imprenditoriali innovative, rispondenti ai criteri Environmental, Social and Governance (ESG). Tali criteri obbligano a un cambiamento di prospettiva e a investire non tanto nell’ottica di un vantaggio immediato, ma in una prospettiva di medio-lungo termine”.
Il cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile si direbbe avviato e le imprese italiane potrebbero diventare un vero e proprio propulsore se fossero incoraggiate alla transizione da politiche di “sistema” che rimuovano i freni a questo processo. Peraltro, la settimana scorsa, nel corso dell’evento di apertura del Festival, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco aveva lanciato un chiaro allarme sui danni per il sistema economico derivanti dal cambiamento climatico, invitando le istituzioni finanziarie e il settore privato a prepararsi agli shock legati a condizioni di non sostenibilità dello sviluppo.
“L’Agenda 2030 riconosce alle imprese e alla finanza un ruolo fondamentale, sottolinea il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, ed è evidente il cambiamento culturale che sta avvenendo, anche in Italia. Il nostro Paese è ricco di aziende virtuose rispetto allo sviluppo sostenibile, ma questo non vale ancora per il sistema nel suo complesso, anche per l’assenza di politiche adeguate. Il documento unitario elaborato grazie all’ASviS dà un segnale forte al Governo e alle altre istituzioni. Ora, però, bisogna passare ai fatti e ci auguriamo che il presidente del Consiglio convochi quanto prima il tavolo proposto dalle associazioni, anche in vista della preparazione della prossima Legge di Bilancio”.
“Cia-Agricoltori Italiani è impegnata nel percorso Il Paese che vogliamo, per rilanciare le istanze territoriali a partire dalle aree interne. Un impegno concreto verso l’attuazione dell’Agenda 2030 che promuove la sostenibilità e la riduzione delle disuguaglianze, aggiunge Mauro Di Zio, vicepresidente nazionale Cia. Nelle zone rurali oggi si concentra il livello più alto di disparità: scarsi servizi, infrastrutture carenti, assenza di banda larga, invecchiamento della popolazione. Ma è proprio da qui che bisogna ripartire, con politiche di sostegno efficaci, invertendo il processo di abbandono e spopolamento delle aree interne. Territori dove è strategico il ruolo degli agricoltori, per la sicurezza alimentare e per la produzione agricola, così come per la tenuta idrogeologica del Paese e la tutela di ambiente, biodiversità e paesaggio”.
Nel corso del convegno di oggi sono state presentate diverse iniziative, tra cui il Padiglione Italia a Expo 2020 di Dubai, pensato per sottolineare l’impegno del sistema Paese sui temi della sostenibilità, e l’impegno per lo sviluppo sostenibile dei 65 atenei appartenenti alla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS).
Le dichiarazioni del presidente Dino Scanavino dopo il voto
Roma, 28 mag – A poche ore dal risultato delle elezioni, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, dichiara: “Nel fare gli auguri ai nuovi eletti all’Europarlamento, cogliamo l’occasione per ricordare l’importanza che l’Ue ha avuto nella crescita dell’agricoltura italiana”.
“Solo nell’ultimo decennio i lavoratori del settore sono aumentati del 21%, mentre nel biologico si rileva una crescita del 60% di cui ha beneficiato tutto il Made In Italy agroalimentare sottolinea Scanavino senza dimenticare come la spinta propulsiva europea abbia dato linfa vitale all’export (+40%), trainato dalla punta di diamante delle certificazioni di qualità, arrivate a 299 tra Dop e Igp”.
“Gli Agricoltori Italiani attendono risposte dalla prossima legislatura, prosegue il presidente Cia, a partire dal mantenimento dell’attuale livello di spesa della Pac fino all’accelerazione della riforma post 2020, in termini di semplificazione e innovazione, con un progetto europeo di governo delle aree interne e nuovi accordi di libero scambio che sostengano l’export italiano e tutelino i prodotti sensibili da un import senza regole”.
”Sono questi gli assi principali d’intervento su cui progettare L’Europa che vogliamo, rispetto ai quali chiediamo piena collaborazione ai membri italiani della nuova legislatura, conclude Scanavino, perché dalle nuove politiche comunitarie dipenderà il rilancio del processo d’integrazione dell’Unione e anche il futuro dell’agricoltura”.
Il messaggio dell’associazione nella Giornata mondiale dedicata
Bisogna rafforzare la legislazione, creare incentivi e promuovere iniziative a livello globale, per la tutela della biodiversità. E l’Italia deve fare da apripista e da esempio, visto che, con un trentesimo della superficie Ue, detiene il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale di tutto il continente europeo. Così Anabio-Cia in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità.
Fermare il processo di perdita di biodiversità a livello globale è necessario, perché una sua diminuzione riduce drasticamente la capacità di adattamento degli ecosistemi e, quindi, la loro possibilità di reagire a parassiti e malattie, oltre che ai cambiamenti climatici.
In questo senso, l’adozione di pratiche come l’agricoltura biologica e quella conservativa, così come una gestione sostenibile del suolo spiega Anabio consente di ottenere sistemi agroalimentari rispettosi della biodiversità.
Ma occorre fare di più, come ha sottolineato anche la FAO invitando governi e comunità internazionale ad agire concretamente per la tutela della biodiversità, affrontando le cause maggiori della sua perdita, come l’inquinamento, il sovra-sfruttamento dei terreni o l’urbanizzazione selvaggia.
Anabio-Cia ricorda che il Parlamento italiano ha adottato nel 2015 la legge con “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” e che in molte regioni sono presenti norme per l’uso sostenibile della biodiversità agricola. Bisogna, però, intensificare gli sforzi, ad esempio migliorando lo stato delle conoscenze in materia. Inoltre, è necessario potenziare le collaborazioni tra politici, organizzazioni di produttori, consumatori, settore privato e organizzazioni della società civile nei settori alimentare, agricolo e ambientale.
Soprattutto aggiunge Anabio la salvaguardia e il recupero della biodiversità agricola passa attraverso il miglioramento genetico partecipato dagli agricoltori, che consente di mantenere e produrre varietà migliori e più diversificate e, quindi, utilizzabili anche nelle aree agricole meno vocate. Proprio in queste zone, l’agricoltura biologica ha consentito di evitare l’abbandono e di mantenere il presidio dell’uomo a salvaguardia dei territori, così come di costruire un reddito dalla coltivazione di tipicità con più valore aggiunto.
Per vincere la sfida della biodiversità, infatti, la questione non va affrontata solo dal punto di vista naturalistico, ma in maniera integrata rispetto alla sfera economica, sviluppando filiere virtuose, efficienti e competitive e creando nuove opportunità di lavoro.