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Monthly Archives: Marzo 2018

Pasqua, Cia: nel menù vincono i piatti della cucina contadina

sabato, 31 Marzo 2018 11:21

In agriturismo e a casa, le ricette tipiche che arrivano dai campi


Roma, 30 marzo – Nel menù di Pasqua e Pasquetta, vincono senza pari i piatti della cucina contadina.    Che sia in agriturismo o a casa, in famiglia e tra amici, le ricette tipiche che portano in tavola sapori antichi e fanno protagoniste le materie prime, si confermano tra le più accreditate dagli italiani.


Approfittando della tanto attesa primavera, esausti dal maltempo, da Sud a Nord d’Italia, in oltre 320 mila (+5% di presenze rispetto al 2017) guardano alle imminenti festività pasquali, pensando alla gita fuori porta con tappa fissa in agriturismo (come stima Turismo Verde, associazione di Cia-Agricoltori Italiani) soprattutto, quest’anno più dello scorso, se accoglie con piacere, gli inseparabili amici a quattro zampe.


Andando a guardare nei carrelli del 60% degli italiani che mangerà a casa (per una spesa alimentare stimata intorno al miliardo di euro) e nella ricerca dell’agriturismo, in base al menù proposto, l’Italia si conferma terra di buongustai con le aziende agricole a conduzione familiare, che trainano non poco le vendite di materie prime e anche la ristorazione.


Al Centro Italia, la colazione di Pasqua resta appuntamento irrinunciabile, a costo di arrivare al pranzo già sazi. Imbandisce la tavola di protagonisti assoluti come la pizza pasquale dolce, il salame di maiale del territorio, uova sode rigorosamente benedette insieme a sale e erbetta, la cioccolata, l’agnello alla cacciatora e la frittata di coratella (qui https://bit.ly/2E6wLDX la ricetta dell’Agrichef Emidio dell’Agriturismo Lu Ceppe di Cittareale in provincia di Rieti).


Al Nord, andiamo per il pranzo che in Lombardia vuole come da tradizione a Pasqua, il risotto con gli asparagi (la ricetta https://bit.ly/2J4kBim ce la suggerisce l’Agrichef Irene dell’Agriturismo Cascina Carolina di Garlasco nel pavese). In tutta Italia, ma soprattutto in Piemonte il secondo piatto esalta l’agnello con le costolette alla menta (ingredienti e preparazione https://bit.ly/2pQE5iu li prendiamo in prestito da Mauro di Cascina Smeralda a Pontestura nell’alessandrino).


Tra ricotta e pastiera al Sud, impossibile rinunciare ai dolci e I cosi i’ Pasqua, biscotti che si tramandano come amuleti e piacciono a grandi e piccini. Lo sanno bene a Castelbuono nel Comune di Palermo (nell’Azienda Agrituristica Biologica Bergi, li prepara l’Agrichef Antonella che ci svela la sua ricetta https://bit.ly/2pQyVTA).


Formaggi, riso, agnello, carciofi, cioccolato, il ricettario Made In Italy fa scuola per varietà e numero di proposte gastronomiche che premia a Pasqua la tradizione contadina, invita all’appetito e apre le porte alla nuova stagione del cibo sano e leggero che, preso dai campi, prepara all’estate.

Pasqua: Cia, l’effetto maltempo spinge le famiglie verso gli agriturismi

giovedì, 29 Marzo 2018 10:49

Turismo Verde stima oltre 320 mila presenze per le festività alle porte: la preoccupazione per le poche prenotazioni superate negli ultimissimi giorni, con un il boom del last minute che riempirà le strutture. Funziona molto l’ospitalità per gli amici a quattro zampe.


Roma, 28 marzo 2018 – Le ultime settimane di pioggia e freddo hanno costretto le famiglie in casa, ora per loro c’è voglia di aria aperta e natura, in molti hanno programmato la vacanza negli agriturismi: le strutture rurali sono pronte ad ospitare più di 320 mila clienti. La stima è di Turismo Verde l’associazione della Cia-Agricoltori Italiani per l’Agriturismo.


C’era molta preoccupazione, spiega Turismo Verde, per il basso numero di prenotazioni registrato fino ai primi di marzo, negli ultimi giorni però è partita la corsa a bloccare le camere, praticamente esaurite quelle da tre letti in su. Cresce la richiesta dell’ospitalità per nuclei con animali domestici al seguito, cani e gatti.


La nuova dinamica last minute, stimano Turismo Verde e Cia, dovrebbe far segnare, a consuntivo, un 5 per cento in più di presenze, rispetto alla Pasqua e pasquetta del 2017.


 Il relax della campagna, unito ai prezzi contenuti e alle tradizioni enogastronomiche del territorio, premieranno, quindi, le strutture ricettive verdi per le feste alle porte. Soprattutto se, come sembra, il meteo segnerà sole, le buone performance delle aziende agrituristiche dovrebbe trainare l’incremento anche del ramo ristorazione: gli ospiti attesi in campagna, sono per la maggior parte buongustai. Così Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Agricoltori Italiani, annunciando che tra domenica 1 e lunedì 2 aprile saranno tantissimi gli italiani che si recheranno a pranzo negli agriturismi o che approfitteranno delle aree attrezzate per pic-nic comprando in azienda vari prodotti tipici, tra conserve, formaggi, salumi e vino.


            Piatti del territorio e della tradizione protagonisti delle tavole anche per chi passerà la Pasqua a casa. Saranno circa il 60 per cento degli italiani a trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici. A trionfare pastiera, torta pasqualina, agnello, uova, formaggio e salumi per una spesa alimentare stimata intorno al miliardo di euro.

Acqua, Cia: importante dialogo tra ricerca e imprese agricole

venerdì, 23 Marzo 2018 16:03

Ripristinare i piccoli impianti collinari, potenziare le reti irrigue, creare nuovi invasi guardando all’innovazione


Roma, 23 marzo – Recuperare subito risorse idriche riattivando i piccoli impianti collinari che negli anni ‘60 vennero costruiti in tutta l’Italia Centrale. Nella sola Toscana c’erano più di 2 mila laghetti. Oggi la quasi totalità di questi invasi è stata abbandonata. Ma questo non può sorprenderci: in Italia hanno chiuso l’attività centinaia di migliaia di aziende, sono stati dismessi milioni di ettari di terreno e si è persa del tutto la zootecnia collinare e pedemontana, specie nell’Appennino. La riduzione dell’attività agricola ha acuito la fragilità e la vulnerabilità dei nostri territori, oggi ulteriormente aggravati dal cambiamento climatico. Questa la riflessione di Cia-Agricoltori Italiani illustrata all’Accademia dei Georgofili e diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.


La buona agricoltura, spiega la Cia, non solo produce beni alimentari di qualità, ma costruisce e conserva il paesaggio, fornisce indispensabili servizi eco-sistemici, salvaguarda il capitale naturale e contribuisce a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Ma la buona agricoltura ha necessità di acqua. Dobbiamo potenziare la superficie servita dalle reti collettive nel Paese, e, contemporaneamente, aumentare le aree coperte con piccoli invasi aziendali e interaziendali e riuscire a fornire acqua a tutti gli agricoltori. Sicuramente va ridotto il ricorso all’attingimento di acque profonde, che impoverisce la falda, peggiora la struttura del suolo e sulla costa favorisce la risalita del cuneo salino. L’altra possibilità per irrigare, seppure scarsamente utilizzata in Italia, è usando le acque reflue depurate. In casi specifici, come ad esempio nell’irrigazione di soccorso e con le giuste cautele (affinamento successivo), quest’acqua può divenire una risorsa importante soprattutto in alcune Regioni.


Oggi sostiene Cia si dovrebbero recuperare i piccoli impianti collinari già esistenti e avviare un programma di nuovi invasi multifunzionali a supporto dell’agricoltura irrigua, della biodiversità naturale, ma anche per una migliore cura idrogeologica del territorio, accrescendo la capacità di raccolta, stoccaggio e gestione delle acque piovane. I progetti vanno fatti con attenzione, ma gli aspetti positivi anche sul fronte naturale sono decisamente maggiori dei problemi.


Interessante è la possibilità di rendere questi invasi energeticamente autosufficienti con piccoli impianti fotovoltaici, anche flottanti. Per Cia è fondamentale che l’irrigazione sia praticata con tecniche innovative per accrescere l’efficienza irrigua e abbattere i costi per le aziende, integrate con tecniche agronomiche adeguate (agricoltura conservativa, inerbimenti delle interfila, valorizzazione della sostanza organica e della biodiversità del suolo, agricoltura di precisione).


Bisogna superare la contrapposizione tra competitività e sostenibilità ambientale nelle politiche di sviluppo agricolo. Per fare questo è necessario puntare all’innovazione, alla multifunzionalità dell’impresa, all’organizzazione delle filiere e dei sistemi agricoli territoriali, sempre più orientati al mercato e alle necessità dei consumatori. E’ importante tener conto di queste problematiche nel dibattito iniziato sulla nuova Pac post 2020. Non si può considerare il Psr il fondo per finanziare tutto. Occorre che, anche a livello nazionale, si torni a finanziare, nel contesto delle grandi opere, anche le infrastrutture irrigue, il miglioramento delle reti collettive, i nuovi invasi. Mentre è opportuno finalizzare il Psr agli interventi di infrastrutturazione su scala aziendale e interaziendale (compresi i laghetti). L’innovazione agronomica e irrigua devono diventare centrali nella prossima programmazione.


Oggi è diventato essenziale rimettere al centro la fertilità, la gestione di suolo e acqua assieme alla sistemazione e manutenzione idrogeologica del territorio. Anche per questo è necessario, conclude la Cia,  ricostruire e rilanciare un servizio di consulenza efficace, che sappia collegare e far dialogare efficacemente il mondo della ricerca con il sistema delle imprese.


L’ACQUA IN ITALIA. ALCUNI DATI


In Italia custodiamo il più importante patrimonio d’acqua europeo composto da: 1.242 corsi d’acqua (11 di lunghezza oltre i 200 km, 58 oltre i 100 km, 135 che sfociano in mare con bacino idrografico oltre i 200 km quadrati che coprono l’83% della superficie nazionale), 14 laghi naturali con superficie maggiore di 10 km quadrati, 183 laghi artificiali, 4.000 piccoli specchi d’acqua alpini, 1.053 corpi idrici sotterranei, 381 grandi dighe (oltre 15 metri altezza con volume invasi maggiore a 1 milione di metri cubi)  e altre 30 fuori esercizio, 28 in invaso limitato, 84 in collaudo, 11 in costruzione.

Riso, Cia: apertura inchiesta Ue su varietà “Indica” premia nostra azione

venerdì, 16 Marzo 2018 12:33

La Cia-Agricoltori-Italiani plaude alla procedura di Bruxelles e rivendica due anni di pressing sui Ministri Calenda e Martina 


Roma, 16 marzo – La Commissione Europea ha aperto l’inchiesta di salvaguardia relativa alle importazioni di riso Indica cambogiano e del Myanmar. E’ stato così accolto l’appello che da due anni abbiamo rivolto ai Ministri Carlo Calenda e Maurizio Martina, di intervenire a livello Comunitario per avviare misure tese a contrastare la crisi del riso italiano. Così la Cia-Agricoltori Italiani accoglie il provvedimento di Bruxelles che definisce come un primo passo importante.


Faremo la nostra parte prosegue la Cia  offrendo la massima collaborazione delle aziende risicole nell’espletamento degli adempimenti, che saranno richiesti dagli uffici della Commissione Europea.  Confidiamo in una rapida soluzione dell’iter previsto dalla procedura conclude la Cia  per giungere all’obiettivo finale: l’introduzione di tariffe per l’import di riso verso l’Italia. Solamente attraverso questo percorso si potrà tutelare la nostra produzione di qualità. Il settore risicolo italiano secondo Cia  è, infatti, da valorizzare e salvaguardare.

Etichetta, Cia: sul tema solo corsa elettorale, la campagna deve essere europea

martedì, 06 Marzo 2018 14:32

I tre punti dell’organizzazione per valorizzare e promuovere Made in Italy 


Roma, 2 marzo – E’ corsa elettorale all’etichetta sui prodotti alimentari. A pochi giorni dal voto, si rincorrono da più parti annunci di nuove misure proposte come baluardo di difesa del Made in Italy, ma che finiscono per usare il cibo come strumento politico di chiaro stampo provinciale, dimenticando che il quadro normativo di riferimento è l’Europa. Per Cia-Agricoltori Italiani si rischia così di creare confusione tra produttori e consumatori, lasciando al mero esercizio di propaganda un tema così fondamentale per la salute e per l’economia.


            “Come Cia siamo favorevoli all’etichettatura alimentare, che però deve tener conto di tre presupposti. Prima di tutto, i decreti italiani devono avere un analogo quadro in Ue; occorre quindi agire in un’ottica globale e non chiusa sempre nelle logiche nazionali. In secondo luogo, bisogna superare il concetto di tutela, per lavorare piuttosto sulla valorizzazione e la promozione del marchio e del sistema Made in Italy, in un’ottica di sostenibilità, spiega il presidente nazionale, Dino Scanavino. Le indicazioni di origine sono le fondamenta da cui partire, all’interno però di una strategia più ampia di qualificazione produttiva e commerciale di filiera, focalizzata su Dop e Igp e orientata a rispondere ad esigenze e attese di mercato e consumatori. Avulsa da questa visione di filiera, infatti, l’indicazione di origine rischia di rappresentare solo un onere per i produttori. Infine, proprio in vista di un Regolamento Ue che sarà direttamente applicabile a tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia, riteniamo che la scelta dell’indicazione di origine in etichetta ora sia più opportuna in forma facoltativa che obbligatoria e rappresenti comunque un ulteriore costo, che potrebbe subirne di aggiuntivi con l’entrata in vigore della normativa europea”.


            Insomma, per Cia-Agricoltori Italiani, è fuorviante concentrarsi solo su annunci che hanno effetti più politici che economici, finalizzati alla campagna elettorale e non certo a risolvere i veri problemi dell’agricoltura.

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