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Monthly Archives: Febbraio 2018

Assemblea Cia, verso il nuovo mandato: dalla valorizzazione del territorio all’innovazione per un’agricoltura sostenibile

mercoledì, 21 Febbraio 2018 10:38

Scanavino traccia il bilancio degli ultimi 4 anni e presenta il programma per i prossimi. Le testimonianze video di Petti, Magri, Morgante e Renga


Roma, 21 feb – La VII Assemblea traghetta Cia-Agricoltori Italiani verso il nuovo mandato e sancisce con il suo congresso una fase di rinnovamento per gli Agricoltori Italiani e l’intero settore.


4 ANNI DI CIA (2014-2018) - In dotazione al nuovo mandato, come raccontato dal presidente nazionale Dino Scanavino, la Cia porta un patrimonio di iniziative intraprese e traguardi raggiunti, rispondenti all’Agenda politica della presidenza Scanavino che, orientando gli obiettivi sui tre assets Impresa/Territorio/Mercato, ha dato vita nel 2014 a “Il Territorio come Destino”. Ciclo di approfondimenti tematici prima e documento poi, il cui valore risiedeva nel contributo apportato alla Carta di Milano di Expo. Al centro, l’intento epocale di rovesciare il tradizionale rapporto tra città e campagna, rilanciando il ruolo dei valori e delle identità che germogliano dall’agricoltura, oltre ai prodotti alimentari e ai servizi. Senza tale scatto di visione, non sarebbe stato possibile presentare ad Expo, sei mesi di proposte su temi come: biodiversità, cooperazione internazionale, affermazione di un’agricoltura multiruolo e proiettarsi verso l’idea di una rete mondiale, alternativa alla globalizzazione.


Il presidente nazionale Cia, citando lo slogan dell’Assemblea del 2016, “Agricoltura è tempo di cambiare”, ha sottolineato come in quell’occasione si sia messa mano alla semplificazione della rappresentanza e degli assetti istituzionali, ragionando in ottica di filiera e territorio, attraverso un percorso per una nuova logica di mercato, centrale poi nella Conferenza economica 2017 “Agricoltura crea valore: Europa/territorio/mercato”. La Cia, nella conferenza, si è impegnata nel sollecitare politiche sui migranti, contrastare i dazi, oltre che i conflitti. Per quanto riguarda il Territorio, motore della filiera alimentare italiana, ha chiesto una maggiore attenzione per le aree interne e le zone terremotate anche in sede di revisione delle politiche Ue. Tra le buone pratiche del rapporto territorio agricoltura è stata citata quella del Gruppo Petti S.p.A che deve il suo successo alla rete di produttori toscani di pomodoro. “La materia prima è per noi una priorità. Ha spiegato nel suo intervento Pasquale Petti, Ceo del Gruppo Petti S.p.A. Possiamo contare su un pomodoro buono, solo toscano, coltivato con i più moderni criteri temporali di semina e raccolto, per assicurare qualità garantita a livello di prodotto bio. Un prodotto che vogliamo portare nel mondo e assicurare nel tempo agli imprenditori agricoli dell’Asport, un supporto finanziario in anticipazione, utile anche ad introdurre innovazione tecnologica”.


SCENARIO ATTUALE - L’Italia sta affrontando grandi sfide, alle prese con almeno tre crisi imponenti dovute all’assenza di politiche sui migranti, introduzione dei dazi e ai conflitti. “E l’Italia non può affrontarle da sola. Questo il contenuto del videomessaggio di Paolo MAGRI, vicepresidente esecutivo e direttore ISPI. La partita che può svolgere il nostro Paese è solo in Europa. No ho fiducia che quest’ultima possa risolvere i conflitti; credo bensì in un’Europa che riesca a prendere posizione chiara a sostegno del libero commercio internazionale, che non lasci questo ruolo alla Cina. Credo in una Europa in grado di fare nuovi accordi commerciali con Canada, Giappone e America Latina, con regole chiare a tutela di settori strategici del nostro Paese”.


 “Negli ultimi cinque anni, ha replicato a Magri, Scanavino, mentre le imprese italiane sono diminuite del 2,7% quelle straniere hanno registrato un +25,8%. In agricoltura il valore aggiunto agricolo realizzato dagli immigrati ha superato i 5,5 miliardi di euro (16,7% del PIL agricolo). Occorre passare velocemente dalle politiche per l’immigrazione a quelle della integrazione. Noi abbiamo venduto nel mondo qualità”. Ha incalzato il presidente nazionale Cia, d’accordo con Magri sull’esplorare nuovi mercati. Infine, Scanavino, è giunto al nocciolo della sostenibilità con dati che smentiscono gli allarmismi che vedono l’agricoltura come ‘’il grande inquinatore’’. Dal 2003 al 2015, l’agricoltura italiana ha ridotto l’utilizzo di pesticidi del 27%, di erbicidi (31%) fungicidi (-28%). In venti anni (1990-2010) si sono ridotte le emissioni di CO2 del 25%, mentre, ha concluso, il contributo dei trasporti è aumentato del 17%; +5% processi industriali”.


PROPOSTE FUTURE - Chiamati a fornire spunti di riflessione anche Michele MORGANTE, professore di Genetica (Uniud) e direttore scientifico Genomica Applicata e Filippo RENGA, direttore Osservatorio Smart AgriFood (PoliMi e UniBS), interlocutori chiave nel tracciare la visione sul futuro tecnologico ed innovatore. “Occorre continuare a migliorare nelle varietà.” -Ha indicato Michele Morgante che ha poi aggiunto: “Le tecnologie di miglioramento genetico (cisgenesi e genome editing) offrono oggi delle opportunità importanti e adatte alle nuove sfide, in primo luogo climatiche. Bisogna investire in conoscenza, nel miglioramento genetico e nel metodo per consentire il trasferimento dai laboratori al campo. Ciò detto, ha concluso, l’Europa deve fare la sua parte e rendere la normativa non appannaggio dei soli grandi gruppi”.


A Filippo Renga il compito di dipanare il tema dell’agricoltura 4.0. “Prevediamo grandi crescite, tenuto conto degli investimenti con un mercato che raggiunge i 100 milioni di euro. Ciò richiederà nuove competenze e consentirà di valorizzare l’agricoltura italiana, puntando sulla sua distintività”.


Con lo slogan ‘’Innovare per uno futuro sostenibile” la Cia guarda al domani e al prossimo mandato della Presidenza, chiedendo alla politica di essere stringente su questi temi, sull’innovazione con le sue varie implicazioni, tecnica, organizzativa e di processo, di mercato e di prodotto; innovazione che guardi anche al sociale e che contribuisca alla revisione della Pac e della rappresentanza.

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Assemblea Cia, Scanavino: innovare e semplificare per agricoltura del futuro

mercoledì, 21 Febbraio 2018 10:35

Dal VII Congresso nazionale le richieste alla politica a pochi giorni dal voto. Più risorse a ricerca, snellire fiscalità e burocrazia, rafforzare peso in Ue


Roma, 21 feb – Più risorse per l’innovazione, favorire l’aggregazione di filiera e di mercato, spingere sulla semplificazione, rivedere la fiscalità agricola e difendere il budget della Pac. Queste le richieste alla politica lanciate dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino, durante la VII Assemblea elettiva dell’organizzazione, a Roma all’Auditorium della Tecnica.


Davanti a una platea di 800 persone tra ospiti e delegati, alla presenza dei ministri Maurizio Martina e Giuliano Poletti e con le elezioni del 4 marzo alle porte, Scanavino ha illustrato proposte e bisogni dell’agricoltura, un settore driver della crescita con oltre 30 miliardi di valore aggiunto e un’incidenza del 9% sull’export Made in Italy, ma che deve diventare più efficiente e competitivo per rispondere a sfide globali come i cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati, la scarsità di risorse naturali e la crescita della domanda alimentare mondiale.


INNOVAZIONE - “Bisogna garantire la sostenibilità sia ambientale che economica delle imprese agricole, ha detto Scanavino. E’ necessario innovare per un futuro sostenibile, come recita lo slogan dell’Assemblea. Un titolo nato dalla convinzione che il futuro si giochi proprio intorno al tema dell’innovazione e delle sue diverse applicazioni”. Per Cia, infatti, il prossimo governo dovrà garantire più finanziamenti prima di tutto sull’innovazione tecnica, che per il settore primario significa digitalizzazione, automazione e ICT-Information and Communications Technology; risparmio idrico e riciclo di risorse per ridurre le emissioni; ricerca sulle biotecnologie e sulla nuova frontiera della cisgenetica. Urgenti, poi, misure legate all’innovazione organizzativa, favorendo l’aggregazione delle filiere agroalimentari per ottimizzare i processi e razionalizzare i costi; sostenendo percorsi di stabilità contrattuale tra la parte agricola e quella industriale; introducendo strumenti per agevolare accordi tra agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti locali creando “network dei valori” connessi al territorio. Serve anche supportare gli imprenditori in tema di innovazione sociale, sia promuovendo i percorsi di agricoltura sociale inclusiva e welfare in campagna, sia facilitando il rapporto agricoltore-consumatore tramite lo sviluppo di nuovi canali di vendita diretta, mercati di prossimità ed e-commerce dedicato.


SEMPLIFICAZIONE - Altro tema fondamentale la semplificazione a 360° su cui Scanavino ha sollecitato nuovamente le istituzioni in Assemblea. “All’agricoltura, ha spiegato il presidente Cia, occorre in primis una modernizzazione amministrativa, con l’attuazione di un Codice Unico dell’Agricoltura per costruire effettivi percorsi di de-legiferazione e semplificazione burocratica”. Non solo, il settore necessita di una semplificazione del sistema dei pagamenti “con una radicale e urgente riforma dell’intero sistema Agea” e del sistema assicurativo “con modelli di gestione più innovativa, polizze libere e flessibili che partano dal singolo rischio fino al rischio aziendale, adeguate ai bisogni delle diverse aziende e delle realtà territoriali”. Infine bisogna ripensare al lavoro agricolo, tra i più esposti alle irregolarità, “con uno snellimento delle pratiche di assunzione e strumenti meno ingessati, più adeguati alla stagionalità e alle caratteristiche del comparto”.


FISCO - La Cia ha quindi chiesto ai politici di impegnarsi per avviare un processo di revisione della fiscalità agricola “al fine di creare un sistema virtuoso, ha aggiunto Scanavino, in grado di premiare, assicurando agevolazioni tributarie, le imprese che creano realmente valore”.


UE - Scanavino non dimentica l’Europa, perché “gran parte delle decisioni si prendono in ambito comunitario, per cui “è necessario che chi governa l’agricoltura italiana trascorra più tempo a Bruxelles che a Roma”. E su questo fronte, due sono i capitoli aperti: i negoziati di libero scambio e la Pac post 2020. “La Cia è favorevole agli accordi commerciali per aumentare l’accesso ai mercati con la riduzione delle barriere doganali. E’ chiaro, però, che le trattative bilaterali ha detto il presidente Cia devono sempre garantire il principio di reciprocità, la tutela dei prodotti sensibili e la clausola di salvaguardia”. Quanto alla nuova Pac, “il primo grande obiettivo è quello di mantenere il budget complessivo dedicato al settore agricolo, nonostante i timori per la Brexit ha concluso Scanavino. Bisogna, poi, riformare il sistema dei pagamenti diretti accrescendo il sostegno all’innovazione, al mercato, all’organizzazione di filiera; migliorare le politiche di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito e rendere i Piani di sviluppo rurale più flessibili. Un’elasticità che serve anche su greening e inverdimento”.

Export, Cia: nuovo traguardo per Made in Italy agroalimentare, +7% in 2017

lunedì, 19 Febbraio 2018 13:01

Superati i 41 miliardi sui mercati stranieri. Germania primo sbocco, sale il Giappone.


Roma, 15 feb – Ancora un record per l’export agroalimentare Made in Italy, che chiude il 2017 superando quota 41 miliardi con una crescita annua del 7%. Un nuovo traguardo che conferma il crescente interesse per cibo e bevande tricolori nel mondo. Così la Cia-Agricoltori Italiani in merito all’ultimo rapporto sul commercio estero diffuso dall’Istat.


Nel dettaglio, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi Cia sui dati, tra i mercati di sbocco oltre tre quinti (65%) delle vendite è finito sulle tavole dei consumatori Ue con la Germania (6,8 miliardi) che si conferma prima destinazione dell’export nazionale, seguita dalla Francia (4,5 miliardi) dove sia i prodotti agricoli che l’alimentare hanno registrato una crescita annua dell’8%. Sul terzo gradino del podio gli Stati Uniti, dove le aziende agroalimentari italiane hanno esportato per un valore superiore ai 4 miliardi. Quarta piazza, anche per il 2017, va al Regno Unito con 3,3 miliardi nonostante i timori per la Brexit. Tra gli altri mercati, si segnala la straordinaria crescita da un anno all’altro del mercato giapponese, sia sul fronte dei prodotti alimentari (+43%),  che su quello dei prodotti agricoli (+11,4%).


Il nuovo primato delle esportazioni italiane sui mercati stranieri ha anche contribuito a migliorare il saldo della bilancia commerciale.


“Il record di 41 miliardi è rappresentativo della qualità del nostro agroalimentare, spiega la Cia, Agricoltori Italiani- a differenza di altri Paesi competitor che hanno fatto volumi esportando esclusivamente commodity agricole. Non si deve abbassare la guardia se vogliamo superare il muro dei 50 miliardi di euro di export e ridurre ulteriormente il nostro deficit commerciale. Resta opportuno in questa fase delicata e incerta non chiudersi al mondo aggiunge l’organizzazione esplorando nuovi mercati nel rispetto della reciprocità delle regole commerciali, quindi garantendo i necessari controlli affinché le produzioni in arrivo rispondano agli standard vigenti nell’Ue”.


Puntare su cisgenetica, dibattito su Ogm superato

venerdì, 16 Febbraio 2018 13:16

Cia-Agricoltori Italiani chiede di salvaguardare tipicità italiane con maggiore ricerca

Roma, 16 feb – Lo studio della rivista Scientific Reports e coordinato dall’Italia con Scuola Superiore Sant’Anna e Università di Pisa, secondo cui non c’è nessuna evidenza di rischio per la salute e l’ambiente, in realtà non aggiunge nulla di nuovo ad altre ricerche sul tema già pubblicate negli ultimi anni. Questa volta, trattandosi di enti pubblici, le conclusioni assumono un peso maggiore. Così la Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea come sugli Ogm non ha mai avuto una posizione ideologica.

Bisogna tutelare, però, quelle che sono le esigenze peculiari delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani e scongiurare ripercussioni sui consumi legate alla comunicazione commerciale di queste tematiche.

Parlare solo di Ogm, comunque, vorrebbe dire continuare a concentrare l’attenzione su una tecnologia sempre più datata, continua la Cia, sottovalutando la cisgenetica, nuova frontiera della ricerca, per un’agricoltura più sostenibile dal punto di vista ambientale e della sicurezza alimentare. E’ in questa direzione che si devono concentrare gli investimenti se si vogliono tutelare consumatori e agricoltori.

Le nuove opportunità offerte dalla ricerca vegetale sono straordinarie. Il genome editing o editing genomico, per esempio, è un metodo che permette di selezionare caratteristiche migliorative delle piante senza introdurre tratti estranei alla pianta stessa, come avviene invece per gli Ogm. Questa tecnologia sembra cucita proprio sull’agricoltura italiana: la selezione delle piante, con questa metodologia, non intacca né la qualità né la tipicità delle nostre produzioni e delle nostre varietà locali, perché al di là del carattere desiderato non tocca null’altro del genoma della pianta.

La Forestina modello di agricoltura del futuro su Rai Uno

giovedì, 08 Febbraio 2018 15:15

L’azienda di Cisliano, nel Parco Agricolo Sud Milano, protagonista con le sue buone pratiche di Linea Verde su Raiuno dedicata al G7. Tra gli ospiti il ministro Maurizio Martina, Carlo Petrini di Slow Food e per Cia Alberto Giombetti. GUARDA IL VIDEO

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